Le nostre riflessioni

L’arcivescovo di Fiume ha chiesto perdono agli omosessuali: “Gesù incontra ogni persona, senza eccezioni”

Arcivescovo Coadiutore dell’Arcidiocesi di Rijeka (Fiume) e Amministratore Apostolico della Diocesi di Dubrovnik, Monsignor Mate Uzinić

In occasione della Giornata internazionale contro l’omofobia, l’Arcivescovo Coadiutore dell’Arcidiocesi di Rijeka (Fiume) e Amministratore Apostolico della Diocesi di Dubrovnik, Monsignor Mate Uzinić, ha pubblicato su Facebook un post in cui ricorda ai credenti che la Chiesa deve imitare Gesù che, come ha detto, “incontra ogni persona, senza eccezioni.”

L’Arcivescovo, richiamando l’esortazione di papa Francesco “Amoris laetitia”, osserva che i cristiani hanno il dovere di rispettare nella dignità e accogliere con rispetto ogni persona, indipendentemente dal suo orientamento sessuale, e di evitare qualsiasi marchio di ingiusta discriminazione. Afferma inoltre di essere dispiaciuto che alcuni cattolici non siano d’accordo con questo e che ci siano quelli che pensano di servire Cristo e la Chiesa attraverso la discriminazione, l’aggressione e la violenza. Conclude chiedendo perdono alle persone omosessuali e alle loro famiglie per l’ingiusta esclusione.

Ecco la traduzione del suo post:

Cari amici,

spinto da un commento su uno dei miei recenti post, con l’odierna Giornata internazionale contro l’omofobia, vorrei ricordarvi il messaggio dell’esortazione ‘Amoris laetitia’, che è stato nuovamente proposto per la riflessione e lo studio di questo anno, che riguardo a questo tema, al n. 250, ci ricorda che “la Chiesa conforma il suo atteggiamento al Signore Gesù che in un amore senza confini si è offerto per ogni persona senza eccezioni”.

Nello spirito di ‘Amoris laetitia’, n. 250, abbiamo il dovere che ogni persona sia “rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto, con la cura di evitare ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”. Abbiamo anche il dovere nei confronti di queste persone e delle loro famiglie “di assicurare un rispettoso accompagnamento, affinché coloro che manifestano la tendenza omosessuale possano avere gli aiuti necessari per comprendere e realizzare pienamente la volontà di Dio nella loro vita”.

Mi dispiace che ci siano ancora cattolici che non sono d’accordo con questo. E soprattutto che ci siano coloro che pensano di servire Cristo e la Chiesa attraverso discriminazioni, aggressioni e violenze, insulti e commenti sprezzanti a spese degli omosessuali.

Chiedo scusa agli omosessuali per il fatto che possano ancora sentirsi rifiutati dalla Chiesa per questo, ma anche che loro e le famiglie a cui appartengono non riescano ancora ad ottenere nella Chiesa, che come “famiglia di famiglia” dovrebbe essere una famiglia per tutti i suoi membri, quella guida premurosa pastorale che, secondo ‘Amoris laetitia’, dovrebbe essere loro garantita.

Mate